# HG changeset patch # User Giulio@puck # Date 1244993581 -7200 # Node ID a306779822ec88cd7af81e23347548469e69d76d # Parent 8d0085a1f5f7eaf44101936760fb7e30efb66b09 First literal translation of Ch.2 and the bare minimum needed for example snippets. diff -r 8d0085a1f5f7 -r a306779822ec .hgignore --- a/.hgignore Sat Jun 13 22:55:34 2009 +0200 +++ b/.hgignore Sun Jun 14 17:33:01 2009 +0200 @@ -24,6 +24,7 @@ en/examples/results en/html en/svn +it/examples/results it/html stylesheets/system-xsl tools diff -r 8d0085a1f5f7 -r a306779822ec it/00book.xml --- a/it/00book.xml Sat Jun 13 22:55:34 2009 +0200 +++ b/it/00book.xml Sun Jun 14 17:33:01 2009 +0200 @@ -8,8 +8,8 @@ + - ]> diff -r 8d0085a1f5f7 -r a306779822ec it/ch02-tour-basic.xml --- /dev/null Thu Jan 01 00:00:00 1970 +0000 +++ b/it/ch02-tour-basic.xml Sun Jun 14 17:33:01 2009 +0200 @@ -0,0 +1,511 @@ + + + Una panoramica di Mercurial: le basi + + + Installare Mercurial sul vostro sistema + + Pacchetti di installazione binari precompilati sono disponibili per tutti i sistemi operativi più popolari. Questi pacchetti rendono facile cominciare a usare Mercurial immediatamente sul vostro computer. + + + Windows + + La migliore versione di Mercurial per Windows è TortoiseHg, che può essere trovata all'indirizzo http://bitbucket.org/tortoisehg/stable/wiki/Home. Questo pacchetto non ha dipendenze esterne, ma è pronto a funzionare non appena viene installato. Fornisce sia un'interfaccia a linea di comando sia un'interfaccia grafica. + + + + + Mac OS X + + Lee Cantey pubblica un pacchetto di installazione di Mercurial per Mac OS X all'indirizzo http://mercurial.berkwood.com. + + + + Linux + + Dato che ogni distribuzione Linux ha i propri stumenti di impacchettamento, le proprie politiche e il proprio ritmo di sviluppo, è difficile dare un insieme completo di istruzioni su come installare i pacchetti binari di Mercurial. La versione di Mercurial che finirete per ottenere può variare a seconda di quanto sia attiva la persona che mantiene il pacchetto di installazione per la vostra distribuzione. + + Per mantenere le cose semplici, mi concentrerò sull'installazione di Mercurial dalla linea di comando sotto le distribuzioni Linux più popolari. La maggior parte di queste distribuzioni forniscono gestori grafici per i pacchetti di installazione che vi permetteranno di installare Mercurial con un singolo click del mouse. Il nome del pacchetto da cercare è mercurial. + + + Ubuntu and Debian: + apt-get install mercurial + Fedora: + yum install mercurial + OpenSUSE: + zypper install mercurial + Gentoo: + emerge mercurial + + + + + Solaris + + SunFreeWare, all'indirizzo http://www.sunfreeware.com, fornisce pacchetti precompilati di Mercurial. + + + + + + + Per cominciare + + Come prima cosa, useremo il comando hg version per verificare che Mercurial sia correttamente installato. L'effettiva informazione sulla versione che il comando stampa non è così importante; ci interessa semplicemente che il comando venga eseguito e che stampi qualsiasi cosa del tutto. + + &interaction.tour.version; + + + Aiuto predefinito + + Mercurial fornisce un sistema di aiuto predefinito. Questo è impagabile per quelle volte quando vi trovate bloccati cercando di ricordare come si esegue un comando. Se siete completamente bloccati, eseguite semplicemente hg help; il comando stamperà una breve lista di comandi, insieme a una descrizione di quello che ognuno fa. Se chiedete aiuto per un comando specifico (come nell'esempio seguente), verranno stampate informazioni più dettagliate. + + &interaction.tour.help; + + Per ottenere un livello di dettaglio più impressionante (che di solito non vi servirà) eseguite hg help . L'opzione è l'abbreviazione di , e dice a Mercurial di stampare più informazioni di quello che farebbe di solito. + + + + + Lavorare con un repository + + In Mercurial, tutto accade all'interno di un repository. Il repository di un progetto contiene tutti i file che appertengono a quel progetto, insieme a una registrazione storica dei file del progetto. + + Non c'è niente di particolarmente magico in un repository; è semplicemente un albero di directory nel vostro file system che Mercurial tratta in modo speciale. Potete modificare il nome di un repository o cancellarlo in ogni momento, usando sia la linea di comando sia il vostro file browser. + + + Fare una copia locale di un repository + + Copiare un repository è in realtà un'operazione un pochino speciale. Pur potendo usare un normale comando per la copia dei file per fare la copia di un repository, è meglio usare un comando predefinito fornito da Mercurial. Questo comando è chiamato hg clone, perché crea una copia identica di un repository esistente. + + &interaction.tour.clone; + + Uno dei vantaggi nell'usare hg clone è che, come potete vedere qui sopra, tale comando ci permette di clonare un repository attraverso la rete. Un altro vantaggio è che si ricorda da dove abbiamo effettuato la copia, il che ci tornerà utile molto presto quando vorremo prelevare nuovi cambiamenti da un altro repository. + + Se la nostra operazione di clonazione ha avuto successo, ora dovremmo avere una directory locale chiamata hello. Questa directory contiene alcuni file. + + &interaction.tour.ls; + + Questi file hanno lo stesso contenuto e la stessa cronologia nel nostro repository di quelli che hanno nel repository che abbiamo clonato. + + Ogni repository Mercurial è sempre completo, auto-contenuto e indipendente. Contiene la propria copia privata dei file e della cronologia di un progetto. Come abbiamo appena detto, il clone di un repository ricorda la locazione del repository da cui è stato clonato, ma Mercurial non comunicherà con quel repository, o con qualsiasi altro repository, a meno che non siamo noi a chiederlo. + + Per ora, questo significa che siamo liberi di effettuare esperimenti con il nostro repository, sapendo con sicurezza che è un ambiente privato che non influenzerà nessun altro. + + + + Che cosa contiene un repository? + + Se diamo un'occhiata più dettagliata all'interno di un repository, possiamo vedere che contiene una directory chiamata .hg. Questo è il luogo dove Mercurial tiene tutti i suoi metadati sul repository. + + &interaction.tour.ls-a; + + Il contenuto della directory .hg e delle sue sottodirectory sono privati per Mercurial. Tutti gli altri file e directory nel repository sono vostri e potete farne ciò che volete. + + Per introdurre un po' di terminologia, la directory .hg è il repository reale, e tutti gli altri file e directory che coesistono con esso si dice che vivano nella directory di lavoro. Un modo facile di ricordare questa distinzione è che il repository contiene la cronologia del progetto, mentre la directory di lavoro contiene una fotografia del vostro progetto in un punto particolare della cronologia. + + + + + Una panoramica attraverso la cronologia + + Una delle prime cose che potremmo voler fare con un nuovo repository che non ci è familiare è capire la sua storia. Il comando hg log ci dà una vista della cronologia dei cambiamenti nel repository. + + &interaction.tour.log; + + Secondo le sue impostazioni predefinite, questo comando stampa un breve paragrafo per ogni cambiamento che è stato registrato nel progetto. Nella terminologia di Mercurial, chiamiamo ognuno di questi eventi registrati un changeset, perché contiene la registrazione dei cambiamenti a diversi file. + + I campi di una singola registrazione mostrata da hg log sono i seguenti. + + + changeset: questo campo ha il formato di un numero, seguito dal carattere di due punti, seguito da una stringa esadecimale (o hex). Questi sono gli identificatori del changeset. La stringa esadecimale è un identificatore unico: la stessa stringa esadecimale si riferirà sempre allo stesso changeset in ogni copia di questo repository. Il numero è più corto e facile da digitare rispetto alla stringa esadecimale, ma non è unico: lo stesso numero in due differenti cloni di un repository potrebbe identificare changeset differenti. + + user: l'identità della persona che ha creato il changeset. Questo è un campo libero, ma il più delle volte contiene il nome e l'indirizzo email di una persona. + date: la data e l'orario a cui il changeset è stato creato, e la zona temporale in cui è stato creato. (La data e l'orario sono locali per quella zona e mostrano il giorno e l'ora per la persona che ha creato il changeset.) + summary: la prima riga del messaggio di testo che il creatore del changeset ha utilizzato per descrivere il changeset. + + Alcuni changeset, come il primo della lista qui sopra, hanno un campo tag. Una etichetta è un altro modo di identificare un changeset, dandogli un nome facile da ricordare. (L'etichetta chiamata tip è speciale: si riferisce sempre alla modifica più recente nel repository.) + + + + Il testo stampato dalla esecuzione predefinita del comando hg log è un semplice riepilogo; in quanto tale, non contiene molti dettagli. + + fornisce una rappresentazione grafica della cronologia del repository hello, per rendere un poco più facile vedere qual è la direzione in cui la cronologia si sta sviluppando. Ritorneremo a questa figura diverse volte in questo capitolo e nei capitoli che seguono. + +
+ Rappresentazione grafica della cronologia per il repository <filename class="directory">hello</filename> + + + XXX add text + +
+ + + Changeset, revisioni e dialoghi con altre persone + + Dato che l'inglese è una lingua notoriamente trasandata e che l'informatica ha una storia consacrata alla confusione terminologica (perché usare un solo termine quando se ne possono usare quattro?), il controllo di revisione ha una varietà di termini ed espressioni per indicare la stessa cosa. Se parlate della cronologia di Mercurial con altre persone, scoprirete che il termine changeset è spesso compresso in change o (nella sua forma scritta) in cset, e talvolta ci si riferisce a un changeset chiamandolo revisione oppure rev. + + Mentre non ha importanza quale parola voi usiate per riferirvi al concetto di un changeset, l'identificatore che usate per riferirvi a uno specifico changeset è di grande importanza. Ricordatevi che il campo changeset nel riepilogo mostrato da hg log identifica un changeset utilizzando sia un numero che una stringa esadecimale. + + Il numero di revisione è una notazione comoda che è valida solo in quel repository. + La stringa esadecimale è l'identificatore permanente e non modificabile che identificherà sempre quell'esatto changeset in qualsiasi copia del repository. + + + Questa distinzione è importante. Se spedite un'email a qualcuno parlando della revisione 33, c'è un'alta probabilità che la loro revisione 33 non sia la stessa della vostra. La ragione per questo è che un numero di revisione dipende dall'ordine in cui i cambiamenti sono stati introdotti in un repository, e non c'è alcuna garanzia che gli stessi cambiamenti siano avvenuti nello stesso ordine in repository differenti. Tre cambiamenti a,b,c possono facilmente comparire in un repository come 0,1,2, mentre in un altro repository come 0,2,1. + + Mercurial usa i numeri di revisione puramente come una conveniente abbreviazione. Se avete bisogno di discutere un changeset con qualcuno, o registrare il changeset per qualche altra ragione (per esempio, in un bug report), usate l'identificatore esadecimale. + + + + Vedere revisioni specifiche + + Per restringere l'uscita del comando hg log a una singola revisione, usate l'opzione (o ). Potete usare sia un numero di revisione che un identificatore esadecimale, e potete fornire al comando tante revisioni quante ne volete. + + &interaction.tour.log-r; + + Se volete vedere la cronologia di diverse revisioni senza dover elencarle tutte, potete usare la notazione di intervallo, che vi permette di esprimere l'idea Voglio tutte le revisioni tra abc e def comprese. + + &interaction.tour.log.range; + + Mercurial rispetta anche l'ordine in cui specificate le revisioni, quindi il comando hg log -r 2:4 stamperà le revisioni 2, 3 e 4, mentre il comando hg log -r 4:2 stamperà le revisioni 4, 3 e 2. + + + + Informazioni più dettagliate + + Mentre le informazioni di riepilogo stampate da hg log sono utili se sapete già cosa state cercando, potreste aver bisogno di vedere una descrizione completa del cambiamento, o una lista dei file modificati, se state cercando di capire se il changeset è quello che stavate cercando. L'opzione (o ) del comando hg log vi fornisce questi dettagli aggiuntivi. + + &interaction.tour.log-v; + + Se volete vedere sia la descrizione che il contenuto di un cambiamento, aggiungete l'opzione (o ). In questo modo verrà mostrato il contenuto del cambiamento sotto forma di unified diff (se non avete mai visto uno unified diff prima d'ora, date un'occhiata a FIXME per un'introduzione). + + &interaction.tour.log-vp; + + L'opzione è tremendamente utile, quindi merita di essere ricordata. + + +
+ + + Tutto sulle opzioni dei comandi + + Prendiamoci una piccola pausa dalla nostra esplorazione dei comandi di Mercurial per discutere lo schema del modo in cui quei comandi lavorano; potreste trovarlo utile da ricordare nel prosieguo di questa parnoramica. + + Mercurial adotta un approccio semplice e consistente per gestire le opzioni che potete passare ai comandi. Seuge le convenzioni per le opzioni che sono comuni tra i moderni sistemi Linux e Unix. + + + + Ogni opzione ha un nome lungo. Per esempio, come avete già visto, il comando hg log accetta una opzione . + + + La maggior parte delle opzioni hanno anche un nome corto. Invece di , possiamo usare . (La ragione per cui alcune opzioni non hanno un nome corto è che le opzioni in questione vengono usate raramente.) + + + Le opzioni lunghe cominciano con due trattini (e.g. ), mentre le opzioni corte cominciano con un solo trattino (e.g. ). + + + Lo schema di denominazione e di utilizzo delle opzioni è consistente attraverso tutti i comandi. Per esempio, ogni comando che vi permette di specificare un identificatore di changeset o un numero di revisione accetta entrambi gli argomenti e . + + + Se state usando le opzioni corte, potete digitare il meno possibile eseguendole insieme. Per esempio, il comando hg log -v -p -r 2 può essere scritto come hg log -vpr2. + + + + Negli esempi attraverso questo libro, di solito uso le opzioni corte invece delle lunghe. Questo riflette semplicemente la mia preferenza, quindi non leggetevi nulla di particolarmente significativo. + + La maggior parte dei comandi che stampano del testo di qualche tipo stamperanno più testo quando gli verrà passata una opzione (o ), e meno testo quando gli verrà passata l'opzione (o ). + + + La consistenza nella denominazione delle opzioni + + Quasi sempre, i comandi Mercurial usano nomi consistenti nelle opzioni per riferirsi agli stessi concetti. Per esempio, se comando ha a che fare con i changeset, questi verranno sempre identificati tramite l'opzione o . Questo uso consistente dei nomi delle opzioni rende più facile ricordarsi quali opzioni sono accettate da un particolare comando. + + + + + Fare e rivedere cambiamenti + + Ora che sappiamo come ispezionare la cronologia in Mercurial, diamo un'occhiata al modo in cui si effettuano e si esaminano i cambiamenti. + + La prima cosa che faremo è isolare il nostro esperimento in un proprio repository. Usiamo il comando hg clone, ma non abbiamo bisogno di clonare il repository remoto. Dato che ne abbiamo già una copia locale, ci basterà clonare quella. Questa operazione è molto più veloce rispetto a una clonazione attraverso la rete, e clonare un repository locale utilizza anche meno spazio su disco nella maggior parte dei casi + Il risparmio di spazio su ottiene quando i repository sorgente e destinazione sono sullo stesso filesystem, nel qual caso Mercurial userà hardlink per fare una condivisione copy-on-write dei suoi metadati interni. Se questa spiegazione non significa nulla per voi, non preoccupatevi: ogni cosa avviene in maniera trasparente e automatica, e non avete bisogno di capirla. + . + + &interaction.tour.reclone; + + Come nota a margine, è buona pratica mantenere in giro una copia intatta di un repository remoto, che potete usare per creare cloni temporanei o sandbox per ogni attività che volete svolgere. Questo vi permette di lavorare su molteplici attività in parallelo, ognuna isolata dalle altre fino a quando non è completa e non siete pronti per integrarla indietro. Dato che i cloni locali sono così economici, non c'è quasi alcuno spreco nel clonare e distruggere repository ogni volta che volete. + + Nel nostro repository my-hello, abbiamo un file hello.c che contiene il classico programma hello, world. + + &interaction.tour.cat1; + + Modifichiamo questo file in modo da fargli stampare una seconda riga. + + &interaction.tour.cat2; + + Il comando hg status di Mercurial ci dirà quello che Mercurial sa dei file nel repository. + + &interaction.tour.status; + + Il comando hg status non stampa alcuna informazione per alcuni file, ma una riga che comincia con M per hello.c. A meno che non glielo chiediate, hg status non stamperà alcuna informazione per i file che non sono stati modificati. + + La M indica che Mercurial ha notato che abbiamo modificato il file hello.c. Non abbiamo avuto bisogno di informare Mercurial che stavamo per modificare il file prima di cominciare, o che abbiamo modificato il file dopo aver finito. Mercurial è stato in grado di rendersene conto da solo. + + In qualche modo, è utile sapere che abbiamo modificato hello.c, ma potremmo preferire sapere esattamente quali cambiamenti abbiamo apportato. Per fare questo, utilizziamo il comando hg diff. + + &interaction.tour.diff; + + + Capire le patch + + Ricordate di dare un'occhiata a FIXME se non sapere come interpretare il risultato del comando eseguito sopra. + + + + Registrare i cambiamenti in un nuovo changeset + + Possiamo modificare i file, compilare e collaudare i nostri cambiamenti, e usare hg status and hg diff per rivedere i nostri cambiamenti fino a quando non siamo soddisfatti con quello che abbiamo ottenuto e arriviamo a un naturale punto fermo in cui vogliamo registrare il nostro lavoro in un nuovo changeset. + + Il comando hg commit ci permette di creare un nuovo changeset. Faremo riferimento a questa operazione con l'espressione effettuare un commit oppure con il termine inserimento. + + + Impostare un nome utente + + Quando provate a eseguire hg commit per la prima volta, non c'è alcuna garanzia che abbia successo. Mercurial registra il vostro nome e indirizzo con ogni cambiamento che inserite, in modo che più tardi voi e gli altri siate in grado di dire chi ha effettuato ogni cambiamento. Mercurial prova a calcolare automaticamente un nome utente ragionevole da usare per l'inserimento. Proverà ognuno di questi metodi, in questo ordine: + + Se specificate una opzione al comando hg commit, seguita da un nome utente, questo nome avrà sempre la precedenza più alta. + Se avete impostato la variabile d'ambiente HGUSER, questa viene provata successivamente. + Se avete creato un file nella vostra directory personale chiamato .hgrc, contenente un elemento username, quello sarà usato successivamente. Per vedere come dovrebbero apparire i contenuti di questo file, fate riferimento a qui sotto. + Se avete impostato la variabile di ambiente EMAIL, quella verrà usata successivamente. + Mercurial interrogherà il vostro sistema per trovare il vostro nome utente locale e il nome della vostra macchina, utilizzandoli poi per costruire un nome utente. Dato che questo risulta spesso in un nome utente che non è molto utile, stamperà un messaggio di avvertimento nel caso sia costretto a ricorrere a questa alternativa. + + Se tutti questi meccanismi falliscono, Mercurial fallirà, stampando un messaggio di errore. In questo caso, non vi permetterà di eseguire il commit fino a quando non avrete impostato il vostro nome utente. + Dovreste considerare la variabile d'ambiente HGUSER e l'opzione per il comando hg commit come modi per override la selezione predefinita del nome utente da parte di Mercurial. Per l'uso normale, il modo più semplice e robusto per impostare il vostro nome utente è quello di creare un file .hgrc file; vedete più oltre per i dettagli. + + Creare un file di configurazione per Mercurial + + Per impostare un nome utente, usate il vostro editor preferito e create un file chiamato .hgrc nella vostra directory personale. Mercurial userà questo file per cercare le vostre impostazioni di configurazione personalizzate. Il contenuto iniziale del vostro file.hgrc dovrebbe somigliare al seguente. + + + <quote>La directory personale</quote> sotto Windows + + Quando facciamo riferimento alla vostra directory perosnale, in una installazione italiana di Windows essa di solito corrisponde a una cartella chiamata con il vostro nome utente che si trova in C:\Documents and Settings. Potete scoprire l'esatto nome della vostra directory personale aprendo una finestra del prompt dei comandi e lanciando il comando seguente. + + C:\> echo %UserProfile% + + + # Questo è un file di configurazione per Mercurial. +[ui] +username = Nome Cognome <indirizzo.email@example.net> + + La riga [ui] comincia una sezione del file di configurazione, così potete leggere la riga username = ... con il significato di imposta il valore dell'elemento username nella sezione ui. Una sezione continua fino a quando comincia una nuova sezione o fino alla fine del file. Mercurial ignora le righe vuote e tratta il testo di ogni riga che comincia con il carattere # come un commento. + + + + Scegliere un nome utente + + Potete usare qualsiasi testo che volete come valore dell'elemento di configurazione username, dato che questa informazione serve per essere letta da altre persone, ma non verrà interpretata da Mercurial. La convenzione seguita dalla maggior parte delle persone è quella di usare il loro nome e indirizzo email, come nell'esempio precedente. + + Il server web predefinito di Mercurial offusca gli indirizzi email, per rendere la vita difficile agli strumenti che gli spammer usano per raccogliere indirizzi email. Questo riduce la possibilità che cominciate a ricevere un maggior numero di spazzatura nella vostra casella email se pubblicate un repository Mercurial sul web. + + + + Scrivere un messaggio di commit + + Quando inseriamo un cambiamento, Mercurial apre un editor di testo per farci scrivere un messaggio allo scopo di descrivere le modifiche che abbiamo effettuato in questo changeset. Questo viene chiamato messaggio di commit. Verrà registrato per i lettori di quello che abbiamo fatto e perché, e verrà stampato da hg log dopo che il commit sarà terminato. + + &interaction.tour.commit; + + L'editor aperto dal comando hg commit conterrà una o due righe vuote, seguite da un certo numero di righe che cominciano con HG:. + + +Potete digitare qui il vostro messaggio di commit. + +HG: Inserite un messaggio di commit. Le righe che cominciano con 'HG:' verranno rimosse. +HG: -- +HG: utente: Bryan O'Sullivan <bos@serpentine.com> +HG: ramo 'default' +HG: modificato hello.c + + Mercurial ignora le righe che cominciano con HG: e le usa solamente per dirci a quali file appartengono i cambiamenti che sta per registrare. Modificare o cancellare quelle righe non ha alcun effetto. + + + Scrivere un buon messaggio di commit + + Dato che hg log stampa per default solo la prima riga del messaggio di commit, è meglio scrivere un messaggio di commit la cui prima riga stia in piedi da sola. Ecco un esempio reale di un messaggio di commit che non segue questa linea guida, e quindi presenta un riepilogo che non è comprensibile. + + +changeset: 73:584af0e231be +user: Persona Censurata <persona.censurata@example.org> +date: Tue Sep 26 21:37:07 2006 -0700 +summary: incluso buildmeister/commondef. Aggiunti gli export. + + Per quanto riguarda il resto del contenuto del messaggio di commit, non ci sono regole ferree. Lo stesso Mercurial non interpreta o si occupa del contenuto del messaggio di commit, sebbene il vostro progetto possa avere politiche che obbligano a un certo tipo di formattazione. + La mia personale preferenza va a corti, ma informativi, messaggi di commit che mi dicano qualcosa che non sia in grado di capite attraverso una veloce occhiata al risultato del comando hg log --patch. + Se eseguiamo il comando hg commit senza argomenti, registra tutti i cambiamenti che abbiamo fatto, come riportati dai comandi hg status e hg diff. + + + Una sopresa per gli utenti Subversion + + Come altri comandi Mercurial, se non forniamo nomi espliciti al comando hg commit, esso opererà su tutta la directory di lavoro del repository. Fate attenzione a questo se venite dal mondo Subversion o CVS, perché potreste aspettarvi di operare solo nella directory corrente che state visitando e nelle sue sottodirectory. + + + + + Abortire un commit + + Se decidete di non voler effettuare il commit mentre state scrivendo il messaggio di commit, vi basta uscire dal vostro editor senza salvare il file che sta modificando. Questo eviterà di far succedere alcunché al repository e alla directory di lavoro. + + + + Ammirare la nostra nuova opera + + Una volta che abbiamo terminato il commit, possiamo usare il comando hg tip per visualizzare il changeset che abbiamo appena creato. Questo comando produce una stampa identica a quella del comando hg log, ma visualizza solamente la revisione più recente nel repository. + + &interaction.tour.tip; + + Ci riferiremo alla revisione più recente nel repository come alla revisione di punta, o semplicemente la punta. + + A proposito, il comando hg tip accetta molte delle stesse opzioni viste per hg log, quindi l'opzione nell'esempio precedente chiede di essere verboso e l'opzione specifica di stampare una patch. L'uso di per stampare le patch è un altro esempio della denominazione consistente che avevamo menzionato in precedenza. + + + + + Condividere i cambiamenti + + Abbiamo menzionato in precedenza che i repository Mercurial sono auto-contenuti. Questo significa che il cambiamento che abbiamo appena creato esistono solo nel nostro repository my-hello. Vediamo alcuni modi in cui possiamo propagare questa modifica verso altri repository. + + + Estrarre i cambiamenti da altri repository + + Per cominciare, cloniamo il nostro repository hello originale, che non contiene la modifica che abbiamo appena introdotto. Chiameremo hello-pull il nostro repository temporaneo. + + &interaction.tour.clone-pull; + + Useremo il comando hg pull per portare i cambiamenti dal repository my-hello al repository hello-pull. Tuttavia, estrarre cambiamenti sconosciuti alla cieca da un repository è una prospettiva che può incutere qualche timore. Mercurial fornisce il comando hg incoming per elencare quali cambiamenti verrebbero estratti dal repository, senza effettivamente procedere con l'operazione. + + &interaction.tour.incoming; + + Portare i cambiamenti in un repository è semplicemente una questione di eseguire il comando hg pull, e opzionalmente dirgli da quale repository eseguire l'estrazione. + + &interaction.tour.pull; + + Come potete vedere se confrontate il risultato di hg tip prima e dopo, abbiamo estratto i cambiamenti nel nostro repository. Tuttavia, Mercurial separa l'operazione di estrazione dei cambiamenti da quella di aggiornamento della directory di lavoro. Rimane ancora un passo da fare prima di poter vedere i cambiamenti appena estratti apparire nella directory di lavoro. + + + Estrarre cambiamenti specifici + + È possibile che a causa del ritardo tra l'esecuzione di hg incoming e hg pull, possiate non vedere tutti i changeset che verranno portati dall'altro repository. Supponete di estrarre cambiamenti da un repository che si trovi in rete da qualche parte. Mentre state guardando al risultato di hg incoming, e prima che riusciate a estrarre quei cambiamenti, qualcuno potrebbe aver inserito qualcosa nel repository remoto. Questo significa che è possibile estrarre più cambiamenti di quelil che avete visto tramite hg incoming. + + Se volete solamente estrarre quei precisi cambiamenti che sono stati elencati da hg incoming, o avete qualche altra ragione per estrarre un sottinsieme dei cambiamenti, è sufficiente identificare il cambiamento che volete estrarre tramite il suo identificatore di changeset, e.g. hg pull -r7e95bb. + + + + + Aggiornare la directory di lavoro + + Finora abbiamo glissato sulla relazione tra il repository e la sua directory di lavoro. Il comando hg pull che abbiamo eseguito in ha portato i cambiamenti nel repository, ma se controlliamo, non c'è alcun segno di quei cambiamenti nella directory di lavoro. Questo accade perché hg pull di default non tocca la directory di lavoro. Invece, dobbiamo usare il comando hg update per fare questo. + + &interaction.tour.update; + + Potrebbe sembrare un po' strano che hg pull non aggiorni automaticamente la directory di lavoro, ma c'è una buona ragione per questo: potete usare hg update per aggionrare la directory di lavoro allo stato in cui era in qualsiasi revisione contenuta nella cronologia del repository. Se la vostra directory di lavoro fosse stata aggiornata a una vecchia revisione&emdash;per cercare l'origine di un bug, diciamo&emdash;e il comando hg pull da voi eseguito aggiornasse la directory di lavoro a una nuova revisione, potreste non esserne terribilmente felici. + + Dato che la sequenza di estrazione e aggiornamento è così comune, Mercurial vi permette di combinare le due operazioni passando l'opzione al comando hg pull. + + Se tornate indietro a osservare il testo visualizzato dal comando hg pull in quando lo abbiamo eseguito senza l'opzione , potete vedere che ha stampato un utile promemoria per ricordarci che dobbiamo effettuare un passo esplicito per aggiornare la directory di lavoro. + + Per scoprire a quale revisione è aggiornata la directory di lavoro, usate il comando hg parents. + + &interaction.tour.parents; + + Se tornate indietro a guardare , vedrete che ogni changeset è collegato da frecce. Il nodo da cui la freccia parte in ogni caso è un genitore, e il nodo a cui la freccia arriva è il suo figlio. La directory di lavoro ha un genitore esattamente nello stesso modo; questo è il changeset che la directory di lavoro contiene al momento. + + Per aggiornare la directory di lavoro a una particolare revisione, fornite un numero di revisione o un identificatore di changeset al comando hg update. + + &interaction.tour.older; + + Se omettete una revisione esplicita, hg update effettuerà l'aggiornamento alla revisione più recente (la tip revision), come mostrato nella seconda chiamata a hg update nell'esempio precedente. + + + + Pubblicare i cambiamenti in un altro repository + + Mercurial vi permette di spingere i vostri cambiamenti in un altro repository dal repository che state visitando in un dato momento. Come con l'esempio del comando hg pull illustrato sopra, creeremo un repository temporaneo in cui spingere i nostri cambiamenti. + + &interaction.tour.clone-push; + + Il comando hg outgoing ci dice quali cambiamenti verrebbero spinti in un altro repository. + + &interaction.tour.outgoing; + + E il comando hg push esegue l'effettiva spinta. + + &interaction.tour.push; + + Come con hg pull, il comando hg push non aggiorna la directory di lavoro nel repository verso il quale sta spingendo i cambiamenti. Diversamente da hg pull, hg push non fornisce una opzione -u che aggiorni la directory di lavoro dell'altro repository. Questa asimmetria è voluta: il repository verso il quale stiamo spingendo potrebbe essere su un server remoto e condiviso tra molte persone. Se dovessimo aggiornare la sua directory di lavoro mentre qualcuno ci sta lavorando, il loro lavoro sarebbe rovinato. + + Cosa succede se proviamo a estrarre o spingere cambiamenti e il repository di destinazione contiene già quei cambiamenti? Nulla di particolarmente eccitante. + + &interaction.tour.push.nothing; + + + + Locazioni predefinite + + Quando cloniamo un repository, Mercurial registra la locazione del repository che abbiamo clonato nel file .hg/hgrc del nuovo repository. Se non forniamo una locazione al comando hg pull o al comando hg push, questi comandi useranno quella locazione come impostazione predefinita. Anche i comandi hg incoming e hg outgoing si comporteranno allo stesso modo. + + Se aprite il file .hg/hgrc di un repository con un editor di testo, vedrete contenuti simili ai seguenti. + + [paths] +default = http://www.selenic.com/repo/hg + + È possibile&emdash;e spesso utile&emdash;impostare locazioni differenti per hg push e hg outgoing rispetto a quelle per hg pull e hg incoming. Possiamo fare questo aggiungendo un elemento default-push alla sezione [paths] del file .hg/hgrc, nel modo seguente. + + [paths] +default = http://www.selenic.com/repo/hg +default-push = http://hg.example.com/hg + + + + Condividere i cambiamenti attraverso la rete + + I comandi che abbiamo trattato nelle precedenti sezioni non si limitano a lavorare con repository locali. Ogni comando funziona esattamente allo stesso modo attraverso una connessione di rete quando gli viene passato un URL invece di un percorso locale. + + &interaction.tour.outgoing.net; + + In questo esempio, possiamo vedere quali cambiamenti potremmo spingere sul repository remoto, ma il repository non è comprensibilmente impostato per lasciare che gli utenti anonimi vi spingano alcunché. + + &interaction.tour.push.net; + + + + + Cominciare un nuovo progetto + + È altrettanto facile cominciare un nuovo progetto che lavorare su un progetto esistente. Il comando hg init crea un nuovo repository Mercurial vuoto. + + &interaction.ch01-new.init; + + Questo crea semplicemente un repository chiamato myproject nella directory corrente. + + &interaction.ch01-new.ls; + + Possiamo dire che myproject è un repository Mercurial perché contiene una directory .hg. + + &interaction.ch01-new.ls2; + + Se vogliamo aggiungere alcuni file preesistenti al repository, possiamo copiarveli e dire a Mercurial di cominciare a tenerne traccia utilizzando il comando hg add. + + &interaction.ch01-new.add; + + Una volta che siamo soddisfatti del corretto aspetto del nostro progetto, possiamo effettuare il commit dei nostri cambiamenti. + + &interaction.ch01-new.commit; + + Ci vogliono solo pochi momenti per cominciare a usare Mercurial su un nuovo progetto, e questo è parte del suo fascino. Il controllo di revisione è diventato facile da impiegare anche per i progetti più piccoli per i quali non lo avremmo preso in considerazione se avessimo dovuto usare uno strumento più complicato. + +
diff -r 8d0085a1f5f7 -r a306779822ec it/examples/auto-snippets.xml --- /dev/null Thu Jan 01 00:00:00 1970 +0000 +++ b/it/examples/auto-snippets.xml Sun Jun 14 17:33:01 2009 +0200 @@ -0,0 +1,276 @@ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +